giovedì 20 agosto 2020

MagPi in italiano! 25 Progetti No-Problem

Con questa pubblicazione, (la 60esima traduzione mensile consecutiva), festeggiamo i 5 anni di traduzioni in italiano della rivista ufficiale della Fondazione Raspberry Pi: The MagPi. 

Un gran traguardo, una bella soddisfazione. Si festeggia dicendovi GRAZIE, grazie di leggerci, grazie dei suggerimenti, grazie di scaricare le nostre traduzioni. Per scaricarle occorre registrarsi alla Community degli utenti italiani di Raspberry Pi,  RaspberryItaly, in modo che possiamo certificare quante volte viene scaricato o visualizzato. Questo ci consente di mostrare quanto è attiva la community italiana e quanto interesse c’è per una versione nella nostra lingua della rivista ufficiale. La Fondazione ci ha provato, una volta, a pubblicare un piccolo fascicolo con qualche articolo tradotto in varie lingue, ma con risultati non propri splendidi. In Germania ha allora affidato la traduzione alla rivista CHIP (e qindi The MagPi in tedesco, è a pagamento). Noi da 5 anni traduciamo un estratto, gratuito, sperando che la Fondazione Raspberry riconosca l’utilità di questo lavoro, e magari aiuti la causa, anche solo con l’invio dei master.

Ma bando alle ciance: in questo numero di agosto trovate:

  • 25 Progetti No-Problem: 25 cose da fare con Raspberry Pi, anche, e sopratutto, per i novellini, con poca fatica grandi risultati!
  • Continua la scoperta della High Quality Camera: questo mese vedremo Stop motion e selfie
  • Accesso remoto in sicurezza a Raspberry Pi: quando aprire le porte sul router non è l’unica strada
  • Rendere il making accessibile: i tuoi contenuti e le tue risorse, sono accessibili proprio a tutti?
  • I 10 Migliori… Progetti Estivi

Numero 96: “25 Progetti No-Problem“, 24 pagine estratte dal numero di Agosto 2020 di The MagPi.

Magpi96 cover

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mercoledì 19 agosto 2020

Raspberry Pi High Quality Camera

High Quality Camera è il nome del nuovo accessorio ufficiale per i Raspberry Pi. Si tratta di un modulo camera, con sensore Sony IMX477 retroilluminato da 12.3 Mpx e, soluzione inedita per questo tipo di videocamere, obiettivi intercambiabili, con capacità di montare gruppi ottici con attacco C o CS. Grazie al nostro partner Kubii Italia, abbiamo potuto metterci su le mani, e provare a giocarci.

Unboxing

scatola High QUality CameraAncora una volta, le scatoline dei prodotti ufficiali mi sembrano sempre piccolissime. Ma è solo una impressione, sono naturalmente adeguate al contenuto, che seppur piccolo, raccoglie un concentrato di tecnologia, che puoi tenere in palmo di mano. Nella scatola troviamo il corpo della Camera: Una scheda elettronica che monta: il sensore (di 7,9 mm di diagonale); l’elettronica di controllo; il connettore per il cavo a nastro per collegarla al Raspberry Pi; e un foro filettato di montaggio per supporti e treppiedi standard da 1,4″. Completano il corredo il cavo da 20 cm già menzionato e un micro cacciavite a taglio che può essere utile per fermare gli anelli di regolazione della messa a fuoco e diaframma.

ObiettivoA parte, dovrete scegliere uno o più obiettivi, a seconda dell’uso che intendete farne. A differenza dai modelli precedenti a fuoco fisso, infatti, questa High Quality Camera non dispone di un obiettivo di serie, occorre sceglierne almeno uno, per poterla usare. La Fondazione Raspberry Pi ne propone un paio, un 6 mm wide e un  16 mm Tele. Nulla vi vieta però di utilizzarne altri, per altre esigenze, purché abbiano un montaggio di tipo C o CS (è fornito un anello adattatore), come teleobiettivi, telescopi, microscopi.

Colleghiamola

Si collega al Raspberry Pi tramite il connettore a pettine CSI, come gli altri moduli camera ufficiali. Questo consente di poterla usare con ottime prestazioni su quasi la totalità del parco di modelli esistenti (i primi modelli di Pi Zero, erano privi di connettore CSI). 

Le istruzioni per installarla, quindi, non sono una novità. Mi raccomando comunque una grande delicatezza quando andate a spostare la slitta dei connettori per il cavo a nastro, perché sono molto delicati e rischiano di rompersi o sganciarsi.

Basta quindi inserire il flat cable , a Raspberry Pi spento, nell’apposito pettine, e poi avviare il Raspberry. 

porta CSI PI
Published by Raspberry Pi Foundation under a Creative Commons license (CC BY-SA 4.0).

Abilitiamola

Se non avete mai usato prima un modulo fotocamera, dovete abilitarlo: da terminale con

sudo raspi-config

si entra nel tool di configurazione, e nelle interfacce, si abilita la camera. Raspbian dispone dell’ equivalente tool grafico, per chi si trova a disagio nel Terminale: Menù preferenze, Raspberry Pi Configuraton.

Pannello Raspberry Pi Configuration

collegare la pi camera
Published by Raspberry Pi Foundation under a Creative Commons license (CC BY-SA 4.0).

Guardare attentamente l’animazione per un collegamento corretto.

Come si usa

Il modulo High Quality Camera si comanda esattamente come i moduli camera (V1 e V2) già presenti sul mercato: da linea di comando con raspistill e raspivid o da Python utilizzando l’apposita libreria. Quindi dove è la differenza? Beh, la differenza è nella qualità del sensore, che permette risoluzione e caratteristiche superiori, e ovviamente, nella possibilità di usare ottiche intercambiabili non a fuoco fisso. Si presti particola attenzione a questo aspetto: la High Quality Camera non va a sostituire il Raspberry Pi Camera Module V2, ma offre una alternativa di alto livello per utenti con esigenze e/o utilizzi particolari.

Non per tutti

Esattamente come il raspberry Pi 4 8Gb, che non serve alla maggioranza degli utenti “comuni”, la High Quality Camera non servirà (o meglio.. le sue caratteristiche non verranno sfruttate al massimo) se viene usata per scopi non specifici per un dispositivo di questo tipo, ad esempio se viene montata su un robot semovente. In questi utilizzi, una camera a fuoco fisso è assai più pratica, e gli 8Mpx del Module V2 sono più che sufficienti per la maggior parte delle applicazioni. Ma in molti altri ambiti, ci può essere l’esigenza di avere fotografie o filmati a risoluzioni più alte, di ottenere particolari effetti ottici o di aver la libertà di gestire ogni aspetto ottico della fotografia. Con gli obiettivi aggiuntivi, infatti, si ha il controllo manuale dell’apertura del diaframma e della messa a fuoco.

Specifiche tecniche High Quality Camera

Questi aspetti sono da tenere in considerazione: scegliere manualmente l’apertura del diaframma, la messa a fuoco, e magari anche i tempi di scatto, non è una cosa banale e richiede delle buone conoscenze (o una buona esperienza) di fotografia. In un epoca in cui le fotocamere fanno ottimamente tutte le impostazioni in automatico, dover fare tutto a mano, può risultare frustrante, a volte, sopratutto se si considera che non si ha un mirino ottico per verificare il risultato delle nostre regolazioni in tempo reale, e che se non si ha un display collegato direttamente, vedere via connessione remota il feedback delle nostre regolazioni e poi agire di conseguenza per le correzioni, richiede molto, molto più tempo di quanto siamo oramai abituati a dedicare a una fotografia. Ma se si è appassionati di fotografia, non si vede l’ora di poter agire in manuale, e tutto questo non costituisce un problema.

Certo è che la High Quality Camera richiede tempo per essere sfruttata a dovere, e questo tempo verrà sicuramente ripagato in soddisfazione per aver ottenuto delle immagini soddisfacenti.

L’obiettivo

Senza un obiettivo, la High Quality Camera non può essere utilizzata, ed è come una Ferrari, ma senza ruote. E come la Ferrari, occorre dargli delle ruote adatte, per sfruttare le sue qualità. Gli obiettivi proposti, sono dignitosi, ma di prezzo relativamente molto contenuto (da circa 27 euro per quello da 6 mm di focale a quasi 60 per il piccolo teleobiettivo da 16 mm), e sono appena sufficienti a sfruttare le capacità della fotocamera. Con obiettivi più professionali, sicuramente il potenziale di questo prodotto e del suo sensore, possono esplodere e stupirvi. Una piccola nota sui prezzi: sono alti rispetto ai prodotti Raspberry Pi e agli altri moduli camera a fuoco fisso, ma se si considera quanto costa un corpo macchina digitale o un obiettivo standard, seppure con lenti di dimensioni più generose, direi che il prezzo ha sicuramente senso. 

obiettivo da 6mmInsieme alla High Quality Camera mi è stato fornito l’obiettivo standard da 6 mm. Devo dire che la scatola che lo contiene è fatta con la cura che si riserva a prodotti di costo e qualità maggiori: con una abbondante e ben compatta schiuma sagomata che lo accoglie e protegge. L’obiettivo è in metallo e con coperchio atto a proteggere l’ottica (importante usarlo ogni qual volta non dovete scattare fotografie o riprendere un video). La regolazione del diaframma e del fuoco si fa girando delle ghiere (o l’intero corpo dell’obiettivo, nel caso della messa a fuoco) e fissandoli in posizione tramite delle manopoline a vite. Molto old style, ma funzionale. O meglio.. dovrebbe esserlo. Nel mio esemplare, probabilmente difettoso, la manopolina a vite della messa a fuoco non blocca la rotazione, anche se completamente avvitata. Questo, unito al movimento, non frizionato e con un discreto gioco, non aiuta a mettere a fuoco con precisione, sopratutto se si somma alla procedura di messa a fuoco indiretta con visione da remoto citata poco sopra: una volta trovata la posizione corretta, non potendola fissare, si corre il rischio di spostarla inavvertitamente, o che si sposti da sola (ed esempio la manopolina, per gravità, tende a ruotare verso il basso, facendo ruotare l’obiettivo. Questo piccolo difetto (che credo sia comunque limitato al mio esemplare in prova) limita moltissimo la praticità d’uso dell’obiettivo, e ne mina l’esperienza di utilizzo.

Perché usare un modulo camera su Raspberry Pi?

Oggi che tutti abbiamo in tasca uno smartphone dotato di fotocamera digitale a svariati megapixel e magari anche con algoritmi di IA o che possono combinare più fotocamere tra loro, è spontaneo chiedersi a cosa possa servire un modulo fotocamera da collegare a Raspberry Pi. La risposta fondamentale credo sia perché è una fotocamera funzionale a Raspberry Pi, non funzionale a noi. mi spiego meglio: comprare un modulo fotocamera, collegarlo a Raspberry Pi insieme a batterie e display per ricreare una fotocamera portatile, non ha nessun utilizzo pratico se non quello puramente didattico. Il vostro telefonino, forte di maggior portabilità, connettività e integrazione, sarà molto più comodo per scattare le vostre fotografie o i vostri video. Mentre se Raspberry Pi ha necessità di vedere il mondo esterno per applicare algoritmi di computer vision, o scattare foto in base a un evento ecc, allora ovviamente ha senso collegare una fotocamera a Raspberry. E usare un modulo camera CSI offre prestazioni enormemente migliori rispetto a comandare via USB una fotocamera portatile (vedi la guida), sopratutto se l’utilizzo è riprendere dei video. Il connettore CSI è infatti collegato direttamente alla GPU del SoC di Raspberry Pi, e può quindi sfruttare la sua accelerazione hardware in fase di codifica (al volo) del video in h264, massimo 1080p,

In questo scenario, non tutte le applicazioni pratiche sono adatte ad avere un giovamento con l’utilizzo di una High Quality Camera. Necessitando di messa a fuoco manuale, infatti, non risulta adatta in quegli usi in cui il soggetto o la camera modificano di continuo la distanza tra loro, come sui mezzi semoventi (robot, rover ecc) o negli indossabili. Mentre in postazione fissa, e sfruttando la facilità di utilizzo di ottiche differenti, può trovare un buon impiego là dove serve quel guizzo in più che il normale modulo fotocamera non può dare. Ad esempio riprese ultra wide di tutto il cielo stellato, per time-lapse, riprese al rallenty o anche in videosorveglianza in cui il FOV (Fild Of Viev, cioè il campo visivo ottico) è un fattore importantissimo e sempre troppo poco considerato, e la possibilità di usare l’obiettivo adatto al campo visivo voluto, è un’ottima cosa.

Infrarosso

La High Quality Camera può lavorare con gli infrarossi per riprendere al buio? Nì… Le fotocamere a infrarosso sono prive del filtro per i raggi infrarossi. Questo filtro esiste perché le riprese diurne avrebbero dei colori innaturali, se si cattura anche la componente infrarossa, che il nostro occhio non vede (poi agendo sulle regolazioni, si può attenuare molto questa differenza). Alcune videocamere hanno possibilità di lavorare in entrambi gli ambiti, mettendo o togliendo il filtro meccanicamente, a seconda della luminosità dell’ambiente. I moduli camera Raspberry, invece, per contenere il prezzo, non avevano questa possibilità, ed erano presentati in due versioni: normale (per utilizzo diurno) e NoIR (per utilizzo notturno con illuminazione a infrarossi, prive di filtro). Mentre la High Quality Camera è presentata in unica versione. Il filtro infrarosso è realizzato con una pellicola adesiva posta sopra il sensore stesso. Si può rimuovere molto delicatamente tale pellicola per trasformare la High Quality Camera in una camera adatta alle riprese a infrarossi, ma attenzione: una tale pratica è irreversibile e invalida la garanzia del prodotto.

Le prime prove

High Quality Camera su Raspberry P iZero
La High Quality Camera collegata al mio Raspberry pi Zero e al supporto per il cavalletto. il nastro nero, copre l’apertura del GPIO per usarla di notte all’esterno

Ho voluto testare la High Quality Camera mettendola alla prova nel peggior contesto possibile. Ho voluto collegarla al Raspberry Pi Zero, il più piccolo e economico modello Raspberry (che può costare anche 10 volte meno della camera stessa) e la ho testata un po’ in condizioni di luminosità scarsissima, per valutare il “rumore” digitale del sensore e valutare se la maggior luminosità di obiettivi un po’ più ampi del solito avrebbe portato giovamento. Oltre a valutare l’importanza di avere un diaframma regolabile. E’ servito inoltre un treppiede o supporto o impugnatura: non avendo il modulo High Quality Camera un suo case, non è che si può stare lì a tenere in mano la scheda elettronica.. bisogna sfruttare l’apposito foro filettato e usare un supporto adeguato. Mi sono così inventato un orribile accrocchio, utilizzando il cortissimo flat cable contenuto nel case ufficiale del Raspberry Pi Zero, e attaccando con il biadesivo il corpo macchina al case dello Zero. Non una grande scelta, vi avviso: mi sono accorto che in tale configurazione, il Wifi integrato nel mio Raspberry Pi Zero W, veniva molto “tappato” dal modulo fotocamera stesso. Per poter mettere il Raspberry Pi sul treppiede sul balcone e continuare a collegarmici, ho dovuto staccarlo dall’High Quality Camera (mantenendo comunque il flat cable collegato, ovviamente) per distanziarlo e far funzionare nuovamente la ricezione del Wifi. Purtroppo non sono certamente un gran fotografo, e l’enorme quantità di opzioni e regolazioni offerte dai comandi raspistill (per le foto) e raspivid (per i video), unite alle regolazioni manuali e alla mia cronica mancanza di tempo, non hanno dato dei risultati che mi faranno vincere qualche concorso fotografico. Ma il potenziale di questa High Quality Camera è enorme, sopratutto se usata per come è stata pensata, invece che riprendere il panorama (?) dal balcone, come posso fare io: fotografia di precisione di dettagli meccanici o elettronici per controllo di montaggio, applicazioni di computer vision, effetti time lapse, fotocamera di precisione in base a un evento (controllo false partenze e fotofinish nelle competizioni), interfacciamento con ottiche non comuni come microscopi o telescopi, fotografia automatica di eventi molto rapidi come le gocce d’acqua o gli animali selvatici. Questi sono solo alcuni dei casi d’uso in cui vedo ben impiegata questa camera, e in generale dove i moduli “normali” hanno mostrato dei limiti, sopratutto dal punto di vista ottico, ma non solo (l’elettronica della High Quality è più veloce e più performante).

Tutto qui?

No, sicuramente seguiranno delle guide specifiche che vi accompagneranno all’implementazione della High Quality Camera in qualcuno degli utilizzi più adatti a lei. Restate sintonizzati!

Links!

Ecco i link di acquisto della Raspberry Pi High Quality Camera, dell’obiettivi grandangolare 6mm, del teleobiettivo 16mm.

Segnalo la guida ufficiale della High Quality Camera, venduta sempre da Kubii e dai rivenditori ufficiali, per ottenere il massimo dal vostro nuovo accessorio!

Ecco qui il link della discussione sul forum.

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mercoledì 5 agosto 2020

TP Vision e Bowers & Wilkins: continua la partnership

TP Vision e Bowers & Wilkins hanno deciso di estendere la loro partnership esclusiva di grande successo.

Annunciata inizialmente nel giugno 2018, la partnership si è rivelata all’avanguardia per il mercato dei TV premium, portando alla luce la serie di TV Ambilight che ha il merito di aver creato un nuovo punto di riferimento per qualità di immagini e suono.

La collaborazione continua a essere uno degli sviluppi più interessanti nel settore, con un nuovo OLED+ che sarà presentato nella seconda metà del 2020, oltre a molti modelli LCD con schermi di dimensioni più piccole.

I risultati della partnership sono molto chiari. I tre TV OLED+ Ambilight lanciati finora hanno riscosso un’eccezionale accoglienza da parte di consumatori, del canale commerciale e dei media, vincendo l’incredibile numero di 95 award in tutta Europa, negli ultimi 18 mesi. In particolare, il modello OLED+984 da 65″ è stato riconosciuto come il nuovo riferimento nel mercato delle TV per prestazioni e design, stabilendo uno standard di qualità ad oggi senza eguali.

Philips OLED+984 con audio di Bowers & Wilkins

I nuovi TV premium Philips Ambilight continueranno a combinare le tecnologie di fama mondiale e l’expertise ingegneristica delle due aziende, garantendo la migliore esperienza TV e audio possibile.

La collaborazione risulta ulteriormente potenziata grazie alla lunga tradizione che entrambi i marchi hanno di sviluppare internamente le proprie tecnologie, con un controllo totale in ogni fase dello sviluppo e della produzione del prodotto. Questa politica è resa ancora più efficace ed efficiente dall’ubicazione in Europa delle strutture ingegneristiche di entrambi i brand. TP Vision ha un centro di innovazione a Gand, in Belgio, mentre il centro di ricerca e sviluppo di Bowers & Wilkins si trova a Southwater, nel Regno Unito.

www.tpvision.com

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Technics & Red Bull BC One: una nuova partnership!

Technics diventa partner ufficiale e fornitore esclusivo dei dispositivi audio per gli eventi di break dance Red Bull BC One, supportando la cultura della musica dance e dei DJ set.

Fin dalla sua nascita, la missione del brand Technics è sempre stata quella di alimentare la cultura musicale in ogni parte del mondo, non solo realizzando prodotti innovativi ma anche sostenendo gli artisti e gli eventi del settore. Ecco perché, in linea con la propria strategia globale, Technics ha deciso di sottoscrivere una partnership globale con la più grande manifestazione di break dance esistente: la Red Bull BC One.

La collaborazione prenderà il via con un concorso di break dance (o “breaking”, come viene chiamata in gergo) online, la Red Bull BC One E-Battle. Organizzata per la prima volta nel 2018, la Red Bull BC One E-Battle offre a tutti gli appassionati, di qualsiasi provenienza, la possibilità di strappare un posto per la finale internazionale della Red Bull BC One. Collegandosi al sito www.redbullbcone.com, i b-boys e le b-girls potranno caricare i video delle loro prestazioni e cimentarsi in una battle online, che sarà giudicata da alcuni dei nomi di spicco della scena della break dance. Le candidature alla Red Bull BC One E-Battle saranno aperte fino al 07 agosto, mentre la finale internazionale andrà in scena a fine ottobre e assegnerà ai vincitori delle categorie uomini e donne un giradischi SL-1200 MK7 (SL-1210MK7).

Nel 2021, Technics continuerà a sponsorizzare gli eventi internazionali che si terranno nelle 10 location selezionate, compresa la finalissima della Red Bull BC One in calendario per novembre 2021. L’accordo fra Red Bull BC One e Technics prevede il lancio di contenuti esclusivi, gare online e campagne sia digitali che dal vivo per coinvolgere tutti i fan del genere.

La storia della break dance e del djing

Musica dance e djing sono due culture strettamente intrecciate, la cui storia inizia proprio con la nascita della figura professionale del DJ. Nel 1970, un leggendario disc jockey portò due giradischi Technics all’aperto e inventò una performance chiamata “breakbeat”, che consisteva sostanzialmente nel campionare lo stesso estratto di un vinile su due giradischi diversi e mixare gli effetti in simultanea per creare una nuova traccia. Questo genere divenne ben presto un fenomeno, lanciando un nuovo movimento culturale e musicale a cavallo fra hip hop e break dance. Attualmente, la break dance è una delle forme di ballo più praticate al mondo, e ha guadagnato ancora più popolarità dopo essere stata inserita ufficialmente fra le discipline del programma delle Olimpiadi di Parigi 2024.

La serie Technics SL-1200 è ancora una delle più usate dai DJ di calibro internazionale per la sua estrema versatilità, che si presta a qualsiasi genere: EDM, trance, house, techno, breaks… Ai DJ che si esibiranno alle consolle degli eventi Red Bull BC One globali, Technics fornirà gli ultimissimi modelli di giradischi a trazione diretta SL-1200MK7/SL-1210MK7 e le cuffie professionali EAH-DJ1200. Promossa dalla società di consulenza londinese Right Formula, specializzata nel settore dello sport e dell’intrattenimento, la partnership con la Red Bull BC One darà a Technics l’opportunità di continuare a rivoluzionare la musica dance e il djing.

Red Bull BC One

La Red Bull BC One è la più grande e prestigiosa competizione a carattere individuale nel panorama internazionale della break dance. Ogni anno, migliaia di breaker vi prendono parte per riuscire a esibirsi nella finalissima, che vede 16 b-boy e 16 b-girl darsi battaglia sul palco per conquistare il titolo di solo e unico campione mondiale.

Inaugurata nel 2004, la Red Bull BC One ha all’attivo 16 finali disputate nelle più importanti città del mondo e conta oltre 50 eventi di qualificazione e programmi (Cypher e Camp) in più di 30 location. Per chi abita nei Paesi che non ospitano fisicamente un evento, basta un collegamento a Internet per aver l’occasione di diventare il prossimo campione nazionale, basta iscriversi alla Red Bull BC One E-battle virtuale. Il nome della Red Bull BC One è anche legato a una delle crew più competitive al mondo: la Red Bull BC One All Stars.

Giradischi a trazione diretta

L’espressione più recente dell’iconica serie SL-1200, che ad oggi ha totalizzato oltre 3,5 milioni di vendite. Pur mantenendo le stesse caratteristiche funzionali della serie 1200MK originaria, amata dai DJ di tutte le generazioni, questi modelli presentano un nuovo motore a trazione diretta progettato per migliorare ulteriormente la qualità sonora. Fra le altre novità, spiccano la velocità di rotazione di 78 giri/min. e la riproduzione invertita, che completano e mettono a punto la gamma di funzioni dedicate ai DJ.

Cuffie professionali da DJ

Le legittime eredi del modello DJ1200, di cui sono state vendute oltre 500.000 unità dal 1996, anno del lancio. La qualità sonora raggiunta da questa nuova evoluzione consente agli utenti di gestire comodamente le note anche nell’ambiente rumoroso delle grandi discoteche internazionali. Grazie al cavo rimovibile e al meccanismo di braccio mobile, inoltre, è facile monitorare la performance anche con un solo orecchio. Queste cuffie professionali non lasceranno delusi gli utenti che vogliono solo il meglio, dai neofiti alle star mondiali delle consolle.

Per maggiori informazioni, visitare il sito www.redbullbcone.com.

www.technics.com

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Da Comm-Tec Exertis il nuovo iTop On-Wall di iRoom

Adatto per tutti gli iPad, attuali e futuri, iTop On-Wall di iRoom è in grado di ospitare tutte le dimensioni di iPad grazie al connettore di ricarica regolabile e scorrevole. Disponibile per iPad con porta Lightning o USB-C, iTop è disponibile in 10 diverse combinazioni di colori per adattarsi a ogni tipo di iPad e qualsiasi design d’ambiente.

www.comm-tec.it

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martedì 4 agosto 2020

Interruttori a levetta AVE per ogni stile

L’impianto elettrico riscopre un must: le levette, reinterpretate da AVE attraverso design minimal, moderni e rétro. Ora disponibili anche in versione domotica AVEbus e KNX

L’innovazione riparte dal passato con AVE. Da sempre all’avanguardia nell’adottare soluzioni che anticipano le tendenze – è stata la prima azienda italiana ad applicare la tecnologia touch al settore elettrico – AVE si presenta oggi nuovamente innovativa reinterpretando il modo di accendere la luce attraverso gli interruttori a levetta, disponibili sia per impianti elettrici tradizionali sia – novità di quest’anno – per impianti domotici.

Sono tre le proposte a livello di design: tre differenti linee di comandi coordinate a placche dai materiali nobili, ognuna delle quali è ispirata e dedicata ad un modo diverso di vivere e di interpretare gli spazi. Illumina il tuo stile con gli interruttori a levetta AVE.

  • New Style 44: alluminio e vetro, la doppia anima del design. Ideale per gli amanti della semplicità e per ambienti moderni, in cui ogni dettaglio deve essere curato. I comandi a levetta e ghiera color cromo si inseriscono su placche in vetro, bianco e nero, o in alluminio spazzolato naturale ed antracite. L’esclusività del vetro e dell’alluminio sono una qualità imprescindibile per firmare il proprio spazio privato: il tocco che mancava per riprendere il design di elettrodomestici e mobili vintage.
  • New Style 44: Corian®, il tuo autentico equilibrio. Questa collezione è dedicata agli spiriti liberi, a chi ricerca la massima tranquillità ed armonia nella purezza del colore. Il bianco luminoso delle placche in Corian®, solide e durature, si riflette sui comandi a levetta contraddistinti da geometrie semplici. Un’evoluzione moderna per spazi fuori dagli schemi, aperti e rigorosamente puliti, genuini e minimalisti.
  • England Style 44: legno, il classico diventa eterno. Questa serie, completa di placche con finestra per inserimento dei frutti, si rivolge a chi sa apprezzare la qualità ed è alla ricerca di un particolare nobile per personalizzare i propri interni classici o arredati in stile rétro. Le levette in vero ottone s’innestano sulle superfici vive e naturali del legno di noce; il logo AVE diventa la firma per riscoprire nel passato un tesoro inestimabile.
Tutte e tre le proposte sono disponibili sia per scatola tonda sia per scatola rettangolare e si rivolgono, dunque, al più ampio mercato internazionale. Inoltre, non solo i comandi, ma anche le prese di corrente shuko bipasso recuperano il medesimo design innovativo, permettendo ad architetti e progettisti di proporre delle soluzioni nuove, complete ed esteticamente coordinate tra loro.

Per il completamento impianto (prese, connettori, ecc.) la gamma New Style 44 ed England Style 44 si abbina alla serie civile Domus 100, per chi desiderasse la colorazione bianca, e a TEKLA 44, la nuovissima serie civile nata dai centri ricerca AVE che aumenta la flessibilità, proponendo tutte le soluzioni del Sistema 44 nel colore nero opaco.

Comandi a levetta AVE: ora anche in versione domotica
Dopo aver riscoperto il sistema di accensione/spegnimento a levetta e averlo reso nuovamente attuale, AVE lo proietta nel futuro accostandolo oggi al mondo della home & building automation, offrendo i medesimi design originali per personalizzare gli impianti smart. Se l’estetica rimane la stessa, ciò che cambia è il cuore tecnologico dei comandi, disponibili sia in versione domotica proprietaria AVEbus, sia con standard KNX. Grazie a questi dispositivi si possono controllare la maggior parte delle applicazioni e funzioni presenti all’interno di edifici e abitazioni: illuminazione, serrande, allarmi, aerazione e aria condizionata, ottimizzazione energetica, scenari, ecc. I comandi a levetta KNX introducono inoltre la rivoluzionaria funzione multi-action, che permette di richiamare più azioni contemporaneamente, come se si trattasse di uno scenario nativo nel pulsante. A differenz a dei comandi tradizionali, che presentano una gamma completa di interruttori illuminabili con relativo feedback di stato, la retroilluminazione posta sull’estremità delle levette domotiche può assumere diverse colorazioni led (configurabili tra blu, verde e viola), oltre allo stato del carico pilotato (di colore rosso). In questo modo, in funzione della versione scelta, si può segnalare la presenza di allarmi, lo stato dei carichi associati o la ripetizione delle chiamate, donando al contempo risalto al punto luce e garantendo la piena riconoscibilità dei comandi anche al buio.

Le collezioni New Style 44 ed England Style 44 sono il risultato di una scelta precisa da parte di AVE, per rispondere alle richieste dei clienti più esigenti. La migliore tecnologia si abbina ad un’estetica senza precedenti e a materiali di pregio: passato e presente, tradizione e innovazione si fondono per esaltare tutti gli stili di vita.

www.ave.it

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lunedì 3 agosto 2020

Acquista il suffisso “i” la gamma Twenty.5 di PMC e innalza la qualità

La fortunata serie di diffusori acustici  Twenty.5 di PMC è ora disponibile in versione “Improved” (riconoscibile per il suffisso “i”) con sostanziali migliorie effettuate per innalzare ulteriormente le prestazioni di questi già ottimi speaker britannici. I progettisti sono intervenuti migliorando vari aspetti e utilizzando materiali e tecnologie utilizzati sulle serie superiori (Fact Signature e Fenestria).

Innanzi tutto la nuova serie “Improved” utilizza nuovi tweeter SEAS/PMC che derivano da quelli della serie superiore FACT (apportando di fatto un bell’upgrade di qualità e migliorando l’ampiezza della dispersione), hanno completamente riprogettato il crossover e spostato le frequenze di taglio, raggiungendo maggior realismo nella riproduzione; sono state migliorate anche le basi in metallo e le punte inserendo del materiale che smorza le vibrazioni (ricerca materiali sviluppata nella progettazione delle Fenestria); in ultimo  per adattarsi alla nuova componentistica che ha dimensioni diverse hanno riprogettato e modificato l’intero cabinet. Quindi nella nuova serie Twenty.5i confluiscono conoscenze e materiali dalle serie maggiori apportando un sostanzioso miglioramento nel realismo dei suoni e nella fedeltà della scena riprodotta.

www.pmcspeaker.com

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