Quattro sono i modelli che formano la serie Velodyne EQ Max, dove il suffisso numerico 8-10-12-15 – indica la dimensione del woofer espressa in pollici. Per tutti, una dotazione al gran completo, con sistema di equalizzazione automatica, telecomando e un bel display posizionato sul pannello frontale
Poche aziende come la statunitense Velodyne possono contare su un background tecnologico così ricco nel settore della riproduzione acustica delle basse frequenze.
Il leit-motiv dell’azienda è da sempre la produzione di eccellenti subwoofer, per applicazioni residenziali e professionali. Pochi costruttori (ma forse sarebbe il caso di dire nessun costruttore…) possono vantare una simile esperienza nel settore della riproduzione delle basse frequenze, tanto in contesti stereo hi-fi che nel multicanale. Il catalogo Velodyne spazia dai modelli più semplici, disponibili a poche centinaia di euro, fino a prodotti eccezionali, di prezzo molto elevato, vicino ai 10.000 euro per ogni singola unità.
La linea EQ Max rappresenta oggi la famiglia di ingresso alla gamma del costruttore statunitense, essendo rappresentata da prodotti che vanno da 770 euro di listino fino a 1200 euro per il 12 e qualcosa in più per il 15 non ancora distribuito in Italia.
L’EQ Max 8 in prova è un subwoofer di dimensioni relativamente compatte, ben rifinito (anche se sono lontani gli standard di finitura delle linee più avanzate) e completo sotto l’aspetto funzionale.
Quello che contraddistingue infatti i modelli della serie EQ Max è la presenza di un circuito di equalizzazione automatico (con generatore di rumore rosa incorporato e microfono in dotazione) che permette al subwoofer di adattare la propria risposta in base alle caratteristiche della sala d’ascolto e alla posizione d’ascolto.
Il circuito si attiva tramite il telecomando e in poco tempo viene effettuata la misurazione e quindi la regolazione automatica dei parametri di riproduzione, ottimizzando la risposta del diffusore tramite un DSP e un equalizzatore grafico a cinque bande. Sul telecomando sono disponibili anche dei preset, studiati per modificare i parametri di riproduzione in base a particolari generi riprodotti (Movies, R&B, Jazz/Classical, Games).
Tra i controlli posizionati sul pannello posteriore segnaliamo la regolazione del livello di emissione tramite pulsanti (duplicata sul telecomando), la manopola per la regolazione della frequenza di taglio (low-pass crossover), il selettore per l’attivazione del circuito di stand/by, gli ingressi di linea (stereo e LFE) e ad alto livello e relative uscite.
Il driver utilizzato è un bel componente a lunga escursione da 20 cm di diametro installato in un mobile reflex con condotto di accordo posto sul lato inferiore.
Piacevoli le finiture, di colore nero, con venature in frassino. Quattro robusti piedini in gomma provvedono ad alzare il diffusore di quel tanto che serve per permettere al condotto di accordo di svolgere la sua funzione nel migliore dei modi.
La prova d’uso
L’EQ Max 8 può essere messo in uso in pochi attimi, ma per un risultato ottimale è consigliabile perdere qualche minuto in più ed effettuare l’equalizzazione automatica, procedura che consente il settaggio ottimale del diffusori in base alla postazione d’ascolto, e alle caratteristiche della stanza.
Il piccolo ma coriaceo woofer da 20 cm si muove agilmente e riesce a produrre una pressione acustica apprezzabile, a patto di utilizzare il diffusore in ambienti non particolarmente grandi, diciamo fino a 20-25 mq; per stanze di metratura superiore è bene fare riferimento agli altri modelli più grandi e potenti in gamma.
La restituzione delle basse frequenze è veloce e controllata, c’è la tendenza a esaltare la riproduzione verso gli estremi gamma più alti, per cui conviene tenersi bassi con la frequenza di taglio al fine di eliminare qualche cenno di coda nel medio-basso. La definizione è molto buona, così come la pulizia e l’articolazione alle frequenze più basse.
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via Roberto Montanaro Blog
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